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giovedì 18 dicembre 2014

“e il naufragar m'è dolce in questo mare” mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni



“e il naufragar m'è dolce in questo mare
mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni
Scuderie, Palazzo Gallone – TRICASE (Lecce)
Dal 23 al 30 dicembre 2014


Luogo: Tricase (Lecce), Palazzo Gallone, Scuderie
Data: dal 23 al 30 dicembre 2014
Patrocinio: Comune di Tricase
Curatore: Antonietta Fulvio
Organizzazione: Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase
in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e associazione “e20Cult”
Orario: tutti i giorni dalle ore 18 alle 21 con ingresso libero.

Dal 23 al 30 dicembre 2014, le Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase si vestono dei colori di Luigi De Giovanni, che presenta in anteprima il primo nucleo di opere della mostra itinerante che prende il titolo dall’ultimo verso de “L’Infinito del grande poeta Giacomo Leopardi: “e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Curata dalla giornalista Antonietta Fulvio, la mostra è patrocinata e organizzata dal Comune di Tricase in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e l’associazione “e20Cult”.
Un’anteprima che, tra l’altro, aderisce perfettamente al tema delle manifestazioni che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase ha voluto ideare per il Natale 2014, spiega l’assessore Sergio Fracasso:  “Con il segno e i colori Luigi De Giovanni sta ‘dipingendo’ le nostre coste puntando l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio naturalistico salentino. Una mostra, dunque, che rientra perfettamente in tema di sostenibilità ed ecologia che sono al centro della nostra attività culturale. E tra le novità, non a caso il 30 dicembre, dalle 18 alle 24, Tricase vivrà una “EcoNotte” incentrata sulla sostenibilità dell’arte mettendo in evidenza artisti e musicisti del luogo, perché anche l’Arte può essere a km zero”. E nell’ambito dell’EcoNotte, che coincide con il finissage dell’evento espositivo,  un doppio incontro con l’artista e l’autrice di “Mena”: la bellezza delle marine di Luigi De Giovanni con le parole di Lucia Accoto che nel libro, edito da Il Raggio Verde, racconta e fa vibrare le atmosfere del Sud, cogliendone insolite prospettive e lasciando fluire, attraverso il recupero dei ricordi, profumi e visioni. Un’alchimia tra segno e scrittura in un continuum di emozioni capace di coinvolgere tutti i sensi.

“e il naufragar m’è dolce in questo mare” è il primo tassello di un progetto espositivo che parte da Tricase. Un omaggio al mare, e alla natura, nel solco di un percorso personale dell’artista che, dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto con le precedenti mostre -  La rinascita di Flora. Dialogo con la natura- oltre i 16:9” - che sono approdate nelle città di Mesagne, Brindisi e Tricase, continua la sua ricerca nel segno della ri-scoperta del paesaggio. E continua a dipingere la luce e i luoghi, rigorosamente en plein air, costruendo un itinerario pittorico che attraversa i comuni di Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase, tracciando, costa dopo costa, un percorso che è materia e colore, segno e memoria. Perché l’arte sia uno strumento di valorizzazione e di promozione dei luoghi e di un ritorno ai luoghi per un approccio più autentico con la Natura. La mostra sarà un percorso ricco di fascino e di storia partendo dalla punta del tacco, Santa Maria di Leuca, fino a risalire la bellissima costa adriatica e giungere ad Otranto che con il suo faro, la Punta Palascia, è l’estremo più orientale d’Italia.

Nato a Specchia dove ha un proprio Atelier, Luigi De Giovanni vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Diplomatosi all'Istituto d'Arte di Poggiardo e diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma, Luigi De Giovanni ha all’attivo una lunga carriera artistica che lo ha visto tenere mostre in tutto il mondo: New York, Tokyo, Parigi, Bruxelles, Madrid, Siviglia e recentemente Cannes, oltre che nelle principali città italiane, da Milano a Roma, Firenze, Pisa, Ferrara, Lecce; Brindisi.






domenica 30 novembre 2014

LUIGI DE GIOVANNI: MOSTRA COLLETTIVA ALLA MENTANA FIRENZE

LUIGI DE GIOVANNI: MOSTRA COLLETTIVA ALLA MENTANA

“Valori di Continuità” mostra collettiva alla galleria
“Mentana” di Firenze a cui partecipa Luigi De Giovanni


Galleria Mentana Piazza Mentana, 2/3r – FIRENZE

“Valori di Continuità”
Inaugurazione: sabato 13 dicembre 2014 ore 17,00
La
mostra sarà visitabile fino al 10 GENNAIO 2015
La Galleria Mentana di Firenze anticipa le festività di fine
anno con una rassegna di artisti presenti nei “valori di continuità”. La
mostra, occasione per fare un viaggio nell'arte contemporanea, offre al
pubblico di appassionati e collezionisti un ricco e variato percorso che muove,
attraverso le opere di artisti già affermati, giovani promesse nazionali e
internazionali, nell’incontro dei linguaggi più innovativi dell’arte
contemporanea e le opere dei grandi maestri. In esposizione ci saranno idee,
fermenti e innovazioni nelle arti visive che, nei "Valori di
continuità", creeranno il clima giusto per tuffarsi nell’oggi dell’arte.
La mostra sarà l’occasione per la presentazione del
calendario 2014 che sarà dato in omaggio a tutti i visitatori.
Artisti:
FRANCESCA COLI
ANNIE  GHERI
CLARA  POLVANI
BIANCA
VIVARELLI
 MONICA PIGNAT
 ALESSANDRO
MATTIA MAZZOLENI
 MARIA
ZASLAVSKAYA – ELENA PRIMASHOVA (mostrano un'opera eseguita a quattro mani)
 GHENADIE POPIC
FRANCESCO GIBERTONI BARCA
Jerry Ceglia
Anastasia Kachalova
Rosario Bellante
Luigi De Giovanni
Angela Beltramo
Audibert
Alina Dettori
Alejandro Fernandez
Lorenzo Romani
Ziv Cooper
Marlene Horn
Rolf Horn
Vittorio Tessaro
Salvatore Magazzini
Giampaolo Talani
Emio Tadini
Sergio Benvenuti
Mario Schifano
Antonio Corpora
Domenica 14 dicembre 2014 Vi aspettiamo al Residence di
Porta Prato di Firenze (in via Ponte alle Mosse, 16 - Porta Prato) per
inaugurare la mostra in parallelo “Valori di Continuità” e per scambiarci gli
auguri di Natale.
Durante la serata alcuni dei nostri artisti si esibiranno
in letture di poesie performance teatrali e musicali.       Seguirà aperitivo.
Orari: 11,00/13,00 - 16,30/19,30
Chiuso lunedì mattina- Domenica: 16,30/ 19/




martedì 4 novembre 2014

FINISSAGE di LUIGI DE GIOVANNI

Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari




















Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (LE)
Piazza del Popolo, 21 A Specchia (LE)

“UOMO DEL MIO TEMPO” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi
De Giovanni
Finissage con
disinstallazione: sabato 8 novembre ore 18,00
Inaugurata l’11ottobre alle
ore 19,00 nello studio “Sutta le Capanne du Ripa” la mostra, con
installazione e performance di Luigi De Giovanni, accompagnata dal reading
di Santino Giangreco 
che ha recitato la poesiaUOMO DEL MIO
TEMPO” di Salvatore Quasimodo, chiude, con la disinstallazione,
sabato 8 novembre alle ore 18,00.
L’evento è stato curato dall’ Associazione culturale “e20cult” in
collaborazione con
“Il Raggio Verde edizioni”
Lecce e del comune di Specchia che ha concesso il patrocinio e l’uso gratuito
del Castello per la presentazione.
L’evento ha partecipato alla “Giornata del
Contemporaneo indetta da AMACI, giunta alla decima edizione”, è stato
presentato dal
Prof.
Antonio Penna, mentre il Dott. Maurizio Antonazzo ha presentato la serata.
L’allestimento è dell’Arch.
Stefania Branca 
Presentazione:
Luigi De Giovanni, continuando il suo percorso d’analisi dell’uomo, si
ritrova in sintonia con la poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo.
L’artista vede l’uomo sopraffatto dall’ambizione e ormai abituato alle
barbarie più crude fatte nella corsa alle scalate sociali: l’uomo, diventato
cieco e indifferente nei confronti dei più deboli, pronto a discriminare
socialmente i diversi e i non omologati a dei modelli precisi; assetato di
potere dall’egoismo, dall’arroganza, dall’ideologia che l’ha portato a smarrire
ogni rispetto dei fratelli, che ha dimenticato i principi morali e religiosi
che potevano impedirgli la violenza. All’artista, nella sua analisi, sovvengono
le impressioni spietate di guerra e di uccisioni per la supremazia con
l’annientamento di persone e popoli, spesso in fuga dalla loro terra o vinti da
fame e terrore. Immagini di morte che gli hanno fatto ritornare alla memoria le
dure parole e il monito della poesia “Uomo del mio Tempo” di Salvatore
Quasimodo.
L’evento sarà caratterizzato da un’installazione con performance
continua nello Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa” a Specchia in Piazza del
Popolo, 21A e nel portico antiastante. I due ambienti verranno ricoperti di
materiali inizialmente bianchi, sopra vi saranno dei cumuli di carte
accartocciate con schizzi del colore
del sangue. Le opere saranno dei sudari di morte che penderanno dal
soffitto gocciolando, “sangue” di dolore senza più grido, su una tela, che
raccoglierà il dripping delle gocce, che diventerà “reliquia” nell’opera
“Uomo”. Occhi attoniti e miti guarderanno partecipando, nell’abitudine
all’orrore, visto quotidianamente attraverso i media, in una performance
collettiva.  Federica Murgia
Poesia
di Salvatore Quasimodo
Uomo
del mio tempo

Sei ancora
quello della pietra e della fionda,
uomo del
mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali
maligne, le meridiane di morte,
t'ho
visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote
di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua
scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza
amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come
sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli
animali che ti videro per la prima volta.
E questo
sangue odora come nel giorno
quando il
fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo
ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta
fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate,
o figli, le nuvole di sangue
salite
dalla terra, dimenticate i padri:
le loro
tombe affondano nella cenere,
gli
uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



La lettura della poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo ha
scandito il susseguirsi dell’atto performativo.
Per informazioni:
Cell:
329 2370646 
























FINISSAGE di LUIGI DE GIOVANNI

Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari



FINISSAGE di LUIGI DE GIOVANNI














Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (LE)
Piazza del Popolo, 21 A Specchia (LE)

“UOMO DEL MIO TEMPO” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi
De Giovanni
Finissage con
disinstallazione: sabato 8 novembre ore 18,00
Inaugurata l’11ottobre alle
ore 19,00 nello studio “Sutta le Capanne du Ripa” la mostra, con
installazione e performance di Luigi De Giovanni, accompagnata dal reading
di Santino Giangreco 
che ha recitato la poesiaUOMO DEL MIO
TEMPO” di Salvatore Quasimodo, chiude, con la disinstallazione,
sabato 8 novembre alle ore 18,00.
L’evento è stato curato dall’ Associazione culturale “e20cult” in
collaborazione con
“Il Raggio Verde edizioni”
Lecce e del comune di Specchia che ha concesso il patrocinio e l’uso gratuito
del Castello per la presentazione.
L’evento ha partecipato alla “Giornata del
Contemporaneo indetta da AMACI, giunta alla decima edizione”, è stato
presentato dal
Prof.
Antonio Penna, mentre il Dott. Maurizio Antonazzo ha presentato la serata.
L’allestimento è dell’Arch.
Stefania Branca 
Presentazione:
Luigi De Giovanni, continuando il suo percorso d’analisi dell’uomo, si
ritrova in sintonia con la poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo.
L’artista vede l’uomo sopraffatto dall’ambizione e ormai abituato alle
barbarie più crude fatte nella corsa alle scalate sociali: l’uomo, diventato
cieco e indifferente nei confronti dei più deboli, pronto a discriminare
socialmente i diversi e i non omologati a dei modelli precisi; assetato di
potere dall’egoismo, dall’arroganza, dall’ideologia che l’ha portato a smarrire
ogni rispetto dei fratelli, che ha dimenticato i principi morali e religiosi
che potevano impedirgli la violenza. All’artista, nella sua analisi, sovvengono
le impressioni spietate di guerra e di uccisioni per la supremazia con
l’annientamento di persone e popoli, spesso in fuga dalla loro terra o vinti da
fame e terrore. Immagini di morte che gli hanno fatto ritornare alla memoria le
dure parole e il monito della poesia “Uomo del mio Tempo” di Salvatore Quasimodo.
L’evento sarà caratterizzato da un’installazione con performance
continua nello Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa” a Specchia in Piazza del
Popolo, 21A e nel portico antiastante. I due ambienti verranno ricoperti di
materiali inizialmente bianchi, sopra vi saranno dei cumuli di carte
accartocciate con schizzi del colore
del sangue. Le opere saranno dei sudari di morte che penderanno dal
soffitto gocciolando, “sangue” di dolore senza più grido, su una tela, che
raccoglierà il dripping delle gocce, che diventerà “reliquia” nell’opera
“Uomo”. Occhi attoniti e miti guarderanno partecipando, nell’abitudine
all’orrore, visto quotidianamente attraverso i media, in una performance
collettiva.  Federica Murgia
Poesia
di Salvatore Quasimodo
Uomo
del mio tempo

Sei ancora
quello della pietra e della fionda,
uomo del
mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali
maligne, le meridiane di morte,
t'ho
visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote
di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua
scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza
amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come
sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli
animali che ti videro per la prima volta.
E questo
sangue odora come nel giorno
quando il
fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo
ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta
fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate,
o figli, le nuvole di sangue
salite
dalla terra, dimenticate i padri:
le loro
tombe affondano nella cenere,
gli
uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



La lettura della poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo ha
scandito il susseguirsi dell’atto performativo.
Per informazioni:
Cell:
329 2370646 


























mercoledì 29 ottobre 2014

“Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi De Giovanni Presentazione di Antonio Penna MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI




 “Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo
di Luigi De Giovanni 
Presentazione di Antonio Penna
 MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI              (11 ott. 2014)

          Scartabellando tra le mie carte ho trovato qualcosa che alcuni anni addietro scrivevo per una mostra, forse la prima, di Luigi De Giovanni. L'ho letto per capire se qualcosa, poco o molto, è cambiato nella  sua arte e nella sua proiezione verso il presente ed il futuro. Leggiamone alcuni brani: "Una  cascata  di colori adagiati sulla  tela,  ora  trasparenti  e  sfumati, ora cupi e densi: i  quadri  di  Luigi De Giovanni, un pittore che conosco da sempre, uno stato  d'animo  in bilico tra l'incanto  di  una  natura  suggestiva  e  trasognata  ed il  peso  di  un  presente tormentato ed angoscioso.
          Conosco da sempre le sue esperienze di artista, la sua perizia tecnica affinata nel tempo, le sue tensioni  giovanili, la sua vocazione totale ed incondizionata per l'arte,  il  suo  contatto  diretto  ed  immediato con  l'oggetto,  anzi il soggetto del suo quadro. Sarà  una  natura morta o un ritratto o una composizione floreale: sempre la stessa partecipazione affettiva per un  sogno  che  si condensa in colori e figure, in  una  dimensione  suggestiva e cordiale.
Il  tutto è inquadrato  in  un   contesto     luministico avviato verso il tramonto: una luce ovattata si diffonde uniforme sulla tela e chiude in un velo di  malinconia  quelle composizioni addensate, che  lasciano senza   respiro,  come  se   l'artista   avesse   paura dell'ignoto  e  del vuoto, come se  cercasse  di  fugare presenze misteriose ed inquietanti.
          Il  Salento, la campagna romana, la Sardegna:  tre esperienze di vita, tre tappe di un itinerario umano ed  artistico   che  certamente  hanno  lasciato  un   segno  profondo   nella  sua  produzione,  anche se  non  si   intravedono i contrasti luministici e la solarità  calda  e pregnante della sua terra d'origine o della sua patria d'adozione. Senza fare riferimento agli  impressionisti   francesi ed  italiani di  fine Ottocento,  possiamo riconoscere  nei suoi quadri il paesaggio laziale con i suoi colori morbidi e sfumati, come addolciti e  sfumati  dal  tempo sono i ricordi della fanciullezza passata  in  quei luoghi.
          Ma  forse  nei suoi quadri cercheremo  invano  una   natura  concreta e ben definita, perché egli ritrae  uno stato d'animo, il sogno sfuggente  di   una   terra  accarezzata e lontana, sentimenti semplici e veri in  un   mondo  che egli vorrebbe migliore, ma che  vede  immerso  nel caos.
          Anche questo groviglio di male raffigura Luigi  De Giovanni:  toni  cupi di colori  lasciati  cadere  sulla  tela,  simboli stilizzati di una prigione  difficile  da scalare,  incubi ricorrenti nella notte  dell'inconscio, richiesta  angosciosa d'aiuto, frecce che guidano  verso il nulla, scale aggrappate alla speranza che un  giorno,  forse,  potrà  guardare  al di là del  muro  e  cogliere  finalmente  quei  fiori così amorevolmente  ed  a  lungo  accarezzati".

        Oggi una nuova mostra si presenta a noi con un titolo particolare, un titolo che ci rende curiosi: "Uomo del mio tempo", una poesia che ci richiama la figura di Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi scrittori del Novecento, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nato a Modica (Ragusa) nel 1901, si trasferì a Messina nel 1908 dove frequentò un Istituto Tecnico, subì l'esperienza del terremoto e conobbe Elio Vittorini. Successivamente si trasferì a Roma, si avviò verso gli studi di latino e greco ed  iniziò a comporre dei versi. Nel 1929 si trasferì a Firenze e poi a Milano, dove pubblicò La raccolta "Acque e terre" accostandosi al decadentismo con influssi letterari di Pascoli, D'Annunzio, Mallarmè, Rimbaud, Baudelaire, Valery. Nel 1947 pubblica la raccolta "Giorno dopo Giorno" da cui è ricavata la lirica:" Uomo del mio tempo" che stiamo per leggere. Muore ad Amalfi nel 1968.

         Anche la vita di Luigi De Giovanni è stata un passaggio tra Specchia, Roma e la Sardegna, ma negli studi ha seguito sempre quelli dell'arte fino all'Accademia dell'Arte di Roma.

        Leggiamo la poesia che dà il titolo alla mostra.  (Riflessioni)

       La guerra, il sangue, la distruzione, la morte: la storia si ripete da Caino fino ai nostri giorni e continuerà nel tempo senza speranza di riscatto. E' ciò che si vede in queste tele di Luigi De Giovanni pervase da un profondo pessimismo per l'oggi ed anche per il domani. Il colore rosso domina incontrastato in tutti i suoi quadri, alcuni dei quali si lasciano squarciare da colori diversi, come se tra tanto dolore l'artista volesse aprire un varco alla speranza, malgrado i segni di morte affliggano i nostri giorni. Basta guardarci intorno,  aprire un giornale, ascoltare la televisione, per capire che il mondo si proietta verso un futuro sempre più cupo: mistero e minaccia sono i nostri fratelli di oggi. Caino ritorna in tante persone che, anche in nome di una religione, stuprano, uccidono, decapitano in segno di sfida. Messico, Guatemala, Colombia, Palestina,  Siria,  Iran, Iraq, Libia, Somalia, Centro Africa sono alcuni teatri di guerra. Papa Francesco nell'anniversario dell'inizio della Grande Guerra sul sagrato di Re di Puglia il 13 settembre di quest'anno ha parlato di:" Guerra mondiale a pezzi ". Il mare Mediterraneo quasi ogni giorno inghiotte migliaia di persone costrette a fuggire dai loro paesi per la fame o le guerre intestine. 
Nei quadri di Luigi De Giovanni vediamo stesi panni di rosso-sangue che coprono le tombe di tante donne e bambini colpevoli solo di essere nati in quei luoghi. Fame, malattie ed abbandono sono i loro compagni di una breve non-vita. E questo noi vediamo nei quadri di questa mostra dove, malgrado tutto, ci sembra di scorgere dei segni di  speranza nei pochi passaggi di azzurro dove il cielo cerca di aprirsi un varco  e dove lo stesso rosso-sangue si ravviva in una dimensione di amore e di vita perché, ricordiamolo, il sangue è anche e soprattutto la linfa che fa battere il cuore di ogni creatura dall'inizio del suo concepimento.
         Concludiamo augurandoci che questa mostra, trascorsa la notte del dolore, si apra alla speranza ed alla gioia di un mondo migliore.