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venerdì 12 ottobre 2012

mostra di luigi de giovanni ai teatini di lecce
















I PERCORSI DELLA MEMORIA 
Per una rivoluzione dello sguardo 
Nel segno de “Il Raggio Verde”, seguiamo da almeno dieci anni il percorso creativo di Luigi De Giovanni, un artista che partito da una fedeltà, pressoché genetica, alla figurazione e al paesaggio, ha saputo nel tempo, calandosi in una sorta di full-immersion interrelazionale, approdare a soluzioni innovative di ampia riflessione e di approfondito dialogo. Guardando ancora una volta alla memoria, come molti della sua generazione, in quanto momento determinante del pensiero e del fare. 
E come fa il critico, a cui piace rammentare che in una certa occasione (l’oggetto d’attenzione era/è il lavoro di Luigi De Giovanni) aveva scritto di “una raffigurazione pittorica legata alla natura, anche quella minore” che si manifestava nella “vivacità degli apporti cromatici, sempre su di tono e in piena sintonia con quella pittura di paesaggio quanto mai legata –stante lo strettissimo rapporto con la realtà napoletana nel corso dei secoli passati- alla storia stessa della nostra terra”, e che in un’altra aveva richiamato l’attenzione sulla “complessità della sua ricerca, sviluppata tutta lungo la linea che dalla figuratività (quella sua attenzione al paesaggio che va oltre la 
pura e semplice descrizione) si sposta fino ad una sorta di astrazione espressionista. Come ben visibile in quelle tecniche miste su jeans, che parlano di storie non concluse, di emergenze e di vita vissuta”. 
Oggi, eccoci ad un nuovo incontro con Luigi De Giovanni, per una personale/riepilogo che ancora una volta volge lo sguardo nel vissuto, quello personale oltre che quello collettivo, muovendosi tra miti e utopie, segni ed immagini, suoni e parole. E che nell’emblematicità del quattordici luglio consente altre fughe ed altre fantasie. 
Tracce di Ri€voluzione”, questo è il titolo di una sorta di mostra open che vuole farci attraversare gli ultimi cinquant’anni della nostra contemporaneità, accorpando i luoghi (l’originario Salento alla Sardegna essenziale, alla storica Firenze ed oltre) e comprimendo il tempo, portati 
quasi per mano da Stefania Branca nel suo allestimento, coinvolti dalla performance live di Daniele Gabriele, e affascinati dal gioco delle sorprese come il lancio di acquerelli da intendersi quali “i colori dell’arte per colorare il futuro”. Nel ricor- 
do di qualcosa che è avvenuto, ma anche nella speranza che l’utopia possa ri-verificarsi, ben oltre la rabbia, le urla, le delusioni, i tradimenti e le sconfitte sofferte. 
E ci piace ricordare che nelle primissime pagine di “Le livre rouge de la rèvolution picturale par Pierre Restany”, edito dalle Edizioni Apollinaire di Milano, nel maggio millenovecentosessantotto, si legge “Idéaires de tous les pays, Unissez-vous!”, in una sorta di sollecitazione globale verso i creativi del mondo (chiamata alle arti?) affinché 
l’immaginazione potesse andare al potere. Come in realtà poi, a ben guardare, non è accaduto. 
Di fronte al rinnovarsi di una tale necessità (si parla tanto oggi di urgenza di bellezza e di etica dell’arte) ci pare importante riflettere, mettendoci al fianco di Luigi De Giovanni tra immagini note e richiami profondi, segni e parole, cromie esasperate al limite della materia, superfici anomale come quelle testimoniali dei jeans, e 
infine equilibri di toni e di colori, nel segno della serenità. Che non è di certo la pace, ma la presa di coscienza di sé e della propria dimensione: umana, sociale, nazionale, oltre che la capacità di sentirsi sempre più vivo, e pronto perfino ad una 
nuova rivoluzione. 
Quella dello sguardo! 
    
Toti Carpentieri


Provincia di Lecce - Comune di Lecce - Comune di Specchia 

Organizza: Il Raggio Verde - Galleria  d’Arte Mentana 

Tracce di rivoluzione 

LUIGI DE GIOVANNI 

14–22 Luglio 2012

PERSONALE DI PITTURA A CURA DI TOTI CARPENTIERI

ALLESTIMENTO: ARCH. STEFANIA BRANCA

LECCE, SALONE DELLE FESTE, EX CONVENTO AI TEATINI, 
VIA VITTORIO EMANUELE 

VERNISSAGE: 14 LUGLIO, ORE  19-21,30 

Saluto Autorità 
Simona Manca 
Vicepresidente della Provincia di Lecce 
Paolo Perrone 
Sindaco di Lecce 
Luigi Coclite 
Assessore al Turismo Comune di Lecce 
Antonio Biasco 
Sindaco di Specchia 
Giampiero Pizza 
Assessore alla Cultura Comune di Specchia 
Presenta l’artista 
Toti Carpentieri 

ORARI: 10-13/17-20,30 

LA SUA PRESENZA è PARTICOLARMENTE GRADITA 

i giornali perfprmance e istallazione di luigi de giovanni
























lunedì 1 ottobre 2012

degiovann.overblog.com









degiovann.overblog.com

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Sutta Le Capanne Du Ripa, Specchia - (Lecce)
via Umberto I
Info: cell. 3292370646; tel. 0833 537034 
E.mail: lmfedeg@libero.it
Sito web: www.degiovanniluigi.com 
Artista: Luigi De Giovanni
Titolo: Rivoluzione
Inaugurazione: 05 ottobre 2012 ore 19.00
Chiusura: 14 ottobre 2012
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Dal 05/10/2012 al 14/10/2012
Dalle 10:30 alle 20:30
Evento organizzato da Il Raggio Verde eventi d’arte (Lecce), in collaborazione con la Galleria  d’Arte Mentana di Firenze, in occasione dell’8° Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana: Sabato 6 ottobre 2012.
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Luigi De Giovanni
Rivoluzione
L’evento “Rivoluzione” è un momento di denuncia dei drammi dell’umanità auto provocati dall’uomo accecato dall’egoismo e dalla sete di potere. Il concetto è narrato da trentasei tele bianche che interpretano la parola “pace” e da un bidone diventato mastello contenente una melma rossastra, rigirata con un grosso bastone dai visitatori.
Il titolo dà un’idea del sogno che nel tempo ha mosso i popoli che chiedevano d’esistere e che è diventato spesso incubo e tomba dove è seppellito con la giustizia e la fiducia nell’avvenire. Ora non bastano le solite parole che hanno animato gli ideali, troppo spesso crollati il giorno dopo… quel giorno che doveva essere della pace, a giustificare la partecipazione a rivoluzioni vuote come le tele bianche che sperano d’essere colorate da un’ispirazione felice.
Le tele bianche, dove neanche un artista ha voluto dipingere, si animano dalla parola “pace” presagendo venti di dolore. Dolore per un lavoro che manca, per la giustizia che non vede applicati i suoi principi, per la libertà condizionata dai poteri, per gli animi feriti nella speranza: l’oggi è triste, il domani appare minaccioso.
Nel mastello, interprete della terra, si avvertono i fermenti della ribellione contro i soprusi e i gioghi che hanno privato le persone della dignità del lavoro, della libertà, dell’uguaglianza: miraggi infranti che, spesso, hanno precipitato interi paesi in climi medievali. Le mani tengono ben fermo il bastone del potere che nel rimestare forma bolle e grumi minacciosi che si gonfiano sino a esplodere in rivolta incontrollata, essendo venuta a mancare la speranza di cambiamento. È il mastello, vecchio bidone arrugginito e sporco, che nei segni del tempo racconta tristemente di dura fatica mai ricompensata adeguatamente e di sfruttamento doloroso.
Il bastone, sporcato dall’egoismo e dall’arroganza, racconta dei potenti diventati prepotenti senza scrupolo che non si curano delle istanze di quel popolo fiducioso che gli ha scelti. 
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Il gesto partirà da un grande bidone, riempito di un denso liquido rosso scuro, situato al centro dello studio con dentro il bastone che servirà a rimestare: l’azione verrà fatta dai visitatori e le poche persone, che riusciranno a usare il “bastone” del potere, rimestando simboleggeranno i potenti che incuranti dei diritti dei poveri, si spartiscono le ricchezze sino a ridurre interi popoli alla fame. Nel pavimento, ricoperto da polveri bianche schizzate di rosso vermiglio e da ombre di colore tetro, si avvertiranno le tracce di rivoluzione anche osservando l’implorazione delle trentasei piccole tele (cm 20x20 ciascuna) che esalteranno la forza delle idee di pace che, purtroppo, svaporano in violenza che si diffonde coinvolgendo sempre più persone del popolo perse nel vuoto: un vuoto che porta molto spesso “dalla padella nella brace”.
                                                                Federica Murgia
20 settembre 2012

sabato 29 settembre 2012

RIVOLUZIONE sutta le capanne du ripa



Sutta Le Capanne Du Ripa, Specchia - (Lecce)
via Umberto I
Info: cell. 3292370646; tel. 0833 537034 
E.mail: lmfedeg@libero.it
Sito web: www.degiovanniluigi.com 
Artista: Luigi De Giovanni
Titolo: Rivoluzione
Inaugurazione: 05 ottobre 2012 ore 19.00
Chiusura: 14 ottobre 2012
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Dal 05/10/2012 al 14/10/2012
Dalle 10:30 alle 20:30
Evento organizzato da Il Raggio Verde eventi d’arte (Lecce), in collaborazione con la Galleria  d’Arte Mentana di Firenze, in occasione dell’8° Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana: Sabato 6 ottobre 2012.
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Luigi De Giovanni
Rivoluzione
L’evento “Rivoluzione” è un momento di denuncia dei drammi dell’umanità auto provocati dall’uomo accecato dall’egoismo e dalla sete di potere. Il concetto è narrato da trentasei tele bianche che interpretano la parola “pace” e da un bidone diventato mastello contenente una melma rossastra, rigirata con un grosso bastone dai visitatori.
Il titolo dà un’idea del sogno che nel tempo ha mosso i popoli che chiedevano d’esistere e che è diventato spesso incubo e tomba dove è seppellito con la giustizia e la fiducia nell’avvenire. Ora non bastano le solite parole che hanno animato gli ideali, troppo spesso crollati il giorno dopo… quel giorno che doveva essere della pace, a giustificare la partecipazione a rivoluzioni vuote come le tele bianche che sperano d’essere colorate da un’ispirazione felice.
Le tele bianche, dove neanche un artista ha voluto dipingere, si animano dalla parola “pace” presagendo venti di dolore. Dolore per un lavoro che manca, per la giustizia che non vede applicati i suoi principi, per la libertà condizionata dai poteri, per gli animi feriti nella speranza: l’oggi è triste, il domani appare minaccioso.
Nel mastello, interprete della terra, si avvertono i fermenti della ribellione contro i soprusi e i gioghi che hanno privato le persone della dignità del lavoro, della libertà, dell’uguaglianza: miraggi infranti che, spesso, hanno precipitato interi paesi in climi medievali. Le mani tengono ben fermo il bastone del potere che nel rimestare forma bolle e grumi minacciosi che si gonfiano sino a esplodere in rivolta incontrollata, essendo venuta a mancare la speranza di cambiamento. È il mastello, vecchio bidone arrugginito e sporco, che nei segni del tempo racconta tristemente di dura fatica mai ricompensata adeguatamente e di sfruttamento doloroso.
Il bastone, sporcato dall’egoismo e dall’arroganza, racconta dei potenti diventati prepotenti senza scrupolo che non si curano delle istanze di quel popolo fiducioso che gli ha scelti. 
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Il gesto partirà da un grande bidone, riempito di un denso liquido rosso scuro, situato al centro dello studio con dentro il bastone che servirà a rimestare: l’azione verrà fatta dai visitatori e le poche persone, che riusciranno a usare il “bastone” del potere, rimestando simboleggeranno i potenti che incuranti dei diritti dei poveri, si spartiscono le ricchezze sino a ridurre interi popoli alla fame. Nel pavimento, ricoperto da polveri bianche schizzate di rosso vermiglio e da ombre di colore tetro, si avvertiranno le tracce di rivoluzione anche osservando l’implorazione delle trentasei piccole tele (cm 20x20 ciascuna) che esalteranno la forza delle idee di pace che, purtroppo, svaporano in violenza che si diffonde coinvolgendo sempre più persone del popolo perse nel vuoto: un vuoto che porta molto spesso “dalla padella nella brace”.
                                                                Federica Murgia


























20 settembre 2012